E’ uscito il nuovo numero di Sound Ethnographies! La rivista italiana di etnomusicologia

Pubblicato online e a stampa Etnografie sonore/Sound Ethnographies V/2, il semestrale peer reviewed, multimodale, con contributi in italiano e in inglese.

Con questo numero si chiude un quinquennio di intenso e fruttuoso lavoro per Etnografie sonore/Sound Ethographies (2018-2022), che si è affermata una fondamentale risorsa per l’attuale scenario dell’etnomusicologia italiana.

Ne sono una testimonianza i saggi e i contributi pubblicati in quest’ultimo numero che danno conto dei metodi e dell’ampiezza di ricerche dell’etnomusicologia italiana.

Il saggio di Nico Staiti offre un’indagine che coniuga fonti storiche (letterarie e figurative) e fonti orali. La valutazione delle immagini di suonatori, raffigurati sul soffitto di una chiesa siciliana del Quattrocento, permette di decifrare le complesse relazioni tra culture che attraversano l’Europa e il Mediterraneo dal medioevo fino all’età moderna.

Luisa Hoffmann presenta un saggio che rivela un nuovo tassello di “etnomusicologia sommersa” attraverso un corpus di audioregistrazioni effettuate da Giuseppe Ganduscio nella Sicilia dei primi anni Sessanta del secolo scorso. Questi documenti audio sono oggi custoditi nel Fondo Leydi presso il Centro di Dialettologia e di Etnografia di Bellinzona (Svizzera) e vengono qui per la prima volta analizzati e resi disponibili.

Vincenzo Della Ratta si occupa di strumenti di varia natura (organi a bocca, cetre) ricavati dal bambù nelle regioni montagnose del Vietnam centrale e suonati da musicisti che appartengono ai gruppi etnici Jarai e Ede. A questi strumenti si sono sovrapposti e in parte sostituiti gli ensemble di gong di metallo; queste due tipologie coesistono e si mescolano tra di loro.

Il saggio di Silvia Bruni apporta nuove conoscenze sulla funzione rituale e sui repertori poetici e musicali della confraternita popolare marocchina jīlāla. Le audioregistrazioni che integrano il testo, effettuate dalla stessa autrice dal 2014 al 2016, a Meknes, mettono a disposizione dei lettori materiali inediti.

La parte del fascicolo relativa alle “istituzioni” tiene conto del Museo civico etnomusicale “Celestino Coscia e Antonio Bocchino” di Montemarano, un museo fondato e descritto dal ricercatore Luigi D’Agnese.

Importanti sono anche le recensioni di monografie di etnomusicologia e a queste si aggiunge anche la recensione di Giovanni Vacca dedicata alla riedizione dello storico volume di Costantino Nigra sui Canti popolari del Piemonte, pubblicato per la prima volta nel 1888.

L’editoriale ha coinvolto autori, valutatori, redattori oltre a studiosi e ricercatori italiani e stranieri, all’interno di un’attività che fa riferimento a due distinte realtà editoriali: le Edizioni Museo Pasqualino di Palermo, che curano la versione online della rivista, allegando anche contenuti multimediali ai testi; e l’editore NeoClassica di Roma, che cura l’impaginazione e la diffusione della versione cartacea della rivista.


Dal 2023 la cadenza della rivista sarà annuale e il primo numero caratterizzato da due grandi novità: avremo con noi un prestigioso curatore esterno (Giovanni Giuriati, Università di Roma “La Sapienza”) che tratterà un tema specifico (Patrimoni, festival, archivi per le musiche di tradizione orale: un percorso di ricerca).

Consulta SOUND ETHNOGRAPHIES N° V/2, 2022