Dopo un lunghissimo e articolato processo di gestazione, ancora nell’ambito Dottorato di ricerca Mediascape, giovedì 29 maggio alle 15, l’aula Giuseppe Cocchiara dell’ex Facoltà di lettere e Filosofia (Edificio 12, Viale delle Scienze) ospiterà la presentazione dei primi quattro volumi dell’Edizione Nazionale delle Opere di Giuseppe Cocchiara.
Le opere, pubblicate dalle Edizioni Museo Pasqualino, sono Popolo e canti nella Sicilia d’oggi. Girando Val Demone, a cura di Sergio Bonanzinga; Saggi sul teatro popolare [Le Vastasate e Tommaso Aversa], a cura di Giovanni Isgrò; Federico II legislatore e il Regno di Sicilia, a cura di Piero Corrao, e Folklore, a cura di Eugenio Imbriani. Con i curatori dei volumi, converseranno il presidente e il direttore dell’Edizione nazionale delle opere di Giuseppe Cocchiara, Giovanni Ruffino e Rosario Perricone. Modererà Ignazio Emanuele Buttitta.
Edizione nazionale delle Opere di Giuseppe Cocchiara
Istituita dal Ministero della Cultura nel 2023, che ha affidato la direzione scientifica a Giovanni Ruffino e Rosario Perricone, rispettivamente presidente e segretario generale, l’Edizione nazionale delle opere di Giuseppe Cocchiara è stata promossa dall’Associazione per la conservazione delle tradizioni popolari ETS – Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino, con l’Assessorato alla cultura del Comune di Palermo, la Fondazione Ignazio Buttitta e il Centro di studi filologici e linguistici siciliani.
“Queste prime quattro pubblicazioni rappresentano un primo traguardo importante per la rinascita degli studi di Cocchiara – commenta Rosario Perricone, nella doppia veste di direttore dell’Edizione nazionale e delle Edizioni Museo Pasqualino – un’ occasione non soltanto per riportare all’attenzione del pubblico e degli studiosi opere ormai da tempo fuori dai circuiti editoriali, ma anche per restituirle in un’edizione filologicamente rigorosa, che ne custodisca il senso originario e la portata intellettuale. In quest’ottica, riscoprire il pensiero di Cocchiara significa interrogarsi sul significato profondo della cultura popolare, sul suo rapporto con la modernità e sulle modalità attraverso cui il sapere accademico può ancora oggi dialogare con le forme vive della memoria collettiva”.
I testi riportati alla luce
I quattro testi di questa prima tornata editoriale sono stati riletti alla luce delle più recenti acquisizioni storiografiche e curati con l’obiettivo di inserirli nel loro contesto storico-culturale, senza tuttavia perdere di vista la loro sorprendente attualità.
Quattro opere dalle tematiche molto diverse, come diversi e multiformi erano gli interessi di Giuseppe Cocchiara, di cui emerge la profondità dello sguardo critico, capace di coniugare sensibilità etnografica e rigore metodologico in una prospettiva che ancora oggi sollecita il dibattito culturale.
In Popolo e canti nella Sicilia d’oggi. Girando val Demone (1923), a cura di Sergio Bonanzinga, emerge con forza l’approccio “sul campo” di Cocchiara: un’indagine attenta e partecipata che, attraverso il filtro della canzone popolare, restituisce un ritratto vivido delle culture contadine e delle loro forme espressive, mettendo in luce la relazione dinamica tra oralità e identità collettiva.
Saggi sul teatro popolare, curato da Giovanni Isgrò, raccoglie due contributi fondamentali: Tommaso Aversa e il teatro sacro in Sicilia (1925) e Le vastasate. Contributo alla storia del teatro popolare (1926). In questi scritti, Cocchiara analizza le espressioni sceniche tradizionali con un’attenzione che anticipa molte delle attuali riflessioni sulla performatività e sul ruolo sociale del teatro popolare. La sua lettura delle “vastasate”, in particolare, si rivela uno strumento prezioso per comprendere i codici simbolici e le funzioni rituali del riso e della parodia nelle culture subalterne.
Di particolare rilievo è il manuale Folklore (1927), curato da Eugenio Imbriani: un’opera che segna una delle prime sistematizzazioni italiane della disciplina. In questo contesto, Cocchiara definisce con chiarezza i confini epistemologici del folklore, affrontando questioni ancora oggi centrali, come il rapporto fra cultura egemone e cultura popolare, l’uso politico della tradizione e la necessità di un approccio comparativo e interdisciplinare.
Infine, Federico II legislatore e il Regno di Sicilia (1927), curato da Pietro Corrao, consente di cogliere un altro versante dell’attività intellettuale di Cocchiara: l’indagine storico-giuridica. In questo studio, lo sguardo dell’antropologo si intreccia con quello dello storico del diritto, in un’analisi che fa emergere la funzione simbolica e normativa dell’istituzione monarchica nell’immaginario collettivo siciliano.
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