Presentazione del libro “Il Padiglione del barocco povero”, nuova pubblicazione della collana Quaderni di antropologia museale.

Lunedì 20 novembre alle ore 16 presso l’aula B14 del Dipartimento di Scienze Sociali ed Economiche della Sapienza Università di Roma, si terrà la presentazione del libro Il Padiglione del Barocco Povero. Scritti per Vincenzo Padiglione in disordine alfabetico, sesta pubblicazione della collana Quaderni di antropologia museale.

Il volume, pubblicato dalle Edizioni Museo Pasqualino , è a cura di Marina Valenti, Rosario Perricone, Maria Cristina Pantellaro, Marisa Dalai Emiliani, Pietro Clemente, Alessandra Broccolini.

Quaranta autori riflettono sui rapporti tra arte e antropologia, tra museo e comunicazione visiva, tra ricerca e creatività a partire dalla storia e dall’esempio di Vincenzo Padiglione comune amico, collega, Maestro. Lo fanno attraverso un filo conduttore comune, gestito con libertà, che è stato definito ‘barocco povero’ o ‘barocco demo-etno-antropologico’, che connette oggetti, pratiche, azioni in rappresentazioni e stili. Il lavoro di Vincenzo ha percorso i sentieri di confine tra diversi settori, campi, forme, con grande originalità e tenacia. Questo è stato anche il cuore del suo impegno nella rivista AM Antropologia Museale. Del suo approccio la museografia italiana DEA si è assai arricchita. Il suo modo di comunicare nelle forme innovative della narrazione visiva ha consentito di estendere il mondo dell’antropologia alla sfera delle mostre di ambito artistico e comunque a un diverso modo di percepire e conoscere i temi degli studi. Dopo i brevi scritti di riflessione, il volume propone i testi di una sua importante mostra sul collezionismo, quindi la rassegna delle mostre, dei musei allestiti, delle video creazioni e infine la bibliografia, a dimostrazione della grande consistenza del lavoro svolto. Con affetto ed ironia, e con qualche colpo di scena a lui ispirato, il volume è un atto di riconoscimento di un profilo straordinario per gli studi antropologici ma vuole anche essere un ponte di memoria, una base di riflessione e di ispirazione per nuove possibilità di ricerca.

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