Fresca di riconoscimento in fascia A, appena sancito dall’Anvur, la nostra rivista si avvia, a Dio piacendo, verso un futuro decennio la cui storia è tutta da scrivere.
Quel che è certo è che continueremo ostinatamente a perseguire la rotta metodologica dei Performance Studies, confidando nelle inesauribili possibilità del broad spectrum prospettato da Richard Schechner.
Il passaggio da una decade all’altra, ci impone una riflessione ulteriore su cosa i Performance Studies significhino per noi.
Come si evidenzia anche in questo numero, i PS possono muoversi, e si sono mossi, in un’ampia raggiera, ma noi crediamo, speriamo non troppo a torto, che una direttrice del ventaglio schechneriano possa riguardare, come abbiamo già avuto occasione di dire, tutto ciò che è dell’uomo proprio perché lo oltrepassa in una prospettiva verticale, riportandolo a quell’origine di cui il rito non è nostalgico retaggio, o frammento polverizzato del passato, ma insostituibile attualità. Che i PS riescano a ricordarci questo, pungendoci con le loro domande e sollecitandoci a ricercare quell’“Oltre” (perché Oltre è il destino di ciò che si indaga), è già una risorsa che li rende, se non «tool for living» (come afferma il loro fondatore), sguardo ineludibile e urgente.
Quello sguardo è irresistibilmente tentato, di là dalla vuota retorica della vulgata mainstream del dibattito pseudo-culturale del tempo presente, verso l’esplorazione metafisica di un suggestivo “Other Side” dei Performance Studies.
Mantichora. Italian Journal of Performance Studies – Anno 11, n. 11, 2021
16,00€
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